Autore: redazione
Per un’analisi dei temi femministi nell’opera di Navjot Altaf, di Nancy Adajania
Più speranza che fallimento: per una revisione dell’ordine patriarcale Nella prima esposizione di sculture-installazioni di Navjot Altaf, Images Redrawn (1996), si attraversava una zona di transito che ha evocato molti luoghi differenti: in parte la strada, in parte l’archivio e in parte il museo. La…
Vorrei scrivere nell’acqua: Dadamaino e Ewa Partum
di Manuela Della Monica. «Il 21 settembre 1969 avrà luogo a Como, nelle vie e nelle piazze della città, la manifestazione CAMPO URBANO, interventi estetici nella dimensione collettiva urbana», così recita il comunicato stampa dedicato all’evento coordinato da Luciano Caramel. La manifestazione, creata per…
Rivoluzionare il canone. Una conversazione con Andrea Giunta
di Roberta Garieri ed Elvira Vannini Quando è emersa l’urgenza di una riscrittura della storia dell’arte in America Latina, se non da una prospettiva femminista, almeno dalla chiara consapevolezza di una struttura sociale ancora fortemente patriarcale, eteronormativa, machista e sessista? Il libro Feminismo y arte…
Be truly creative, refuse your role, intervista a Natascha Burger
Il corpo, che era era stato l’oggetto fobico per eccellenza di tutta la costruzione storiografica della modernità, ha assunto un ordine discorsivo centrale nella complessa e sofisticata ricerca dell’artista austriaca Birgit Jürgenssen, un corpo che interrogava le strutture del potere patriarcale per diventare vettore del…
Let them be luxury goods#3
di Giulia Carletti. Spunti per una ricerca sull’influenza a breve termine del “campo economico” sull’autonomia relativa del “campo della cultura” PARTE III Economia del capitale materiale come logica per le dinamiche culturali Seguendo i precedenti capitoli (Let them be luxury good#1 e il successivo Let…
Art against Housework, di Jacopo Galimberti
«Sempre di più le donne vogliono scrivere far musica, dipingere […]. È sicuramente una ribellione ad un sistema che impadronendosi della nostra creatività l’ha resa consenziente e complice della nostra oppressione. Creatività di consenso […] nella produzione e ri-produzione della forza-lavoro, nell’arredo della casa, nell’abbellimento…
Evadere dal palcoscenico per distruggere le carceri
di Autonomia Artistica. Dal Living Theatre alle proteste nelle carceri italiane quando la teoria diviene prassi. Quando nel 1947 Judith Malina e Julian Beck si recarono nell’appartamento dell’artista visivo newyorkese Robert Edmond Jones per esporre la loro idea di teatro, rimasero delusi dalla proposta…
Bert Theis e gli eredi illegittimi dei Situazionisti
Il sub-curatore Bert Theis, tra le soggettività plurali e insubordinate dei molteplici ruoli che ha rivestito – prima di tutto artista e militante, infaticabile organizzatore e intellettuale, pedagogo e docente, inflessibile filosofo e ironico utopista – aveva coniato un efficace inventario di termini critici, dei…
(Auto)biografia della metamorfosi: intervista a Ravi Agarwal
di Valentina Avanzini e Chiara Lupi. “C’è qualcosa di sbagliato, se l’unico modo di comprendere il nostro coinvolgimento creativo nel mondo è chiamarcene fuori”: così Tim Ingold statuisce la necessità di fuoriuscire dagli schemi tradizionali dell’antropologia per ripensare lo stare al mondo dell’umanità in…
Exhibited bodies and bodies performance, conversazione con Pierre Bal-Blanc
di Chiara Lupi «Sono interessato al teatro in relazione all’anti-teatro. Attraverso ciò che contraddice la teatralità delle organizzazioni, costruita solo sulle “facciate” per lasciare nel retro quello che c’è da nascondere. Questa per me è sempre stata una battaglia. Volevo decostruire il teatro per mostrare…
Sarajevo under the siege: philosophy of survival and cultural resistance
di Autonomia Artistica. “Articolare storicamente il passato non significa riconoscerlo ‘come realmente è stato’. Significa impadronirsi della (sua) memoria, così come appare in un momento di pericolo […] Il pericolo minaccia sia il deposito della tradizione, sia chi la riceve. Per entrambi è uno solo…
Feminist Avant-Garde of the 1970s, intervista a Gabriele Schor
«Il periodo caldo dell’arte femminista è stato durante gli anni ’70. Definirei l’arte come arte femminista quando la causa femminista è resa visibile attraverso l’opera stessa, ossia quando si concentra su vari aspetti della lotta di liberazione delle donne: il ruolo mono-dimensionale di madre, moglie…
Dao in Weeds, di Zheng Bo
Abbiamo urgentemente bisogno di trovare diversi modi per vivere su questo pianeta. Siamo in grado di stabilire accordi commerciali globali, costruire infrastrutture ad alta velocità, rilevare onde gravitazionali e modificare i genomi, ma ancora non sappiamo come vivere equamente tra umani e altri esseri. Sin…
Dear Harald Szeemann: Who the hell are you calling a whore?*
“Affinché l’arte femminista e la rivoluzione femminista abbiano la priorità […], le esposizioni dovrebbero dare la massima visibilità alle artiste […] e offrire speciali opportunità di visibilità ai gruppi minoritari all’interno della comunità femminile” [i] Il 3 luglio del 1972, Lucy R. Lippard inviava una…
Alcuni aspetti teorici ed empirici sulla decolonizzazione delle collezioni occidentali, di Marie-Laure Allain Bonilla
In ambito accademico, il pensiero e le metodologie decoloniali sono stati elaborati da alcuni studiosi come Anibal Quíjano, María Lugones, Walter Mignolo, Chandra Talpade Mohanty, Ramón Grosfoguel o Linda Tuhiwai Smith [i], con l’intento di allontanarsi dal canone occidentale del pensiero e di produrre una…
Manifesta e le altre. (Un)pinning the butterfly
CONCEILED VISIBILITY. Unstable institutions Nel 2003, Carlos Basualdo definiva le Biennali come «istituzioni instabili» [i]. In quanto tali, scriveva, le biennali non codificano un canone se non quello di rispecchiare il fenomeno della globalizzazione e della tensione tra la centralizzazione e la diffusione dell’informazione nell’era…
Governare i soggetti, fare la guardia agli oggetti. (Un)pinning the butterfly
PERFORMANCE OF IDEAS. Una post-istituzione del lavoro immateriale «Il curatore che opera a livello globale è sempre un grande opportunista», afferma Pascal Gielen nel suo saggio “The Biennal: a post-istitution for Immaterial Labour”. Secondo il sociologo, questa tonalità emotiva è ricorrente tra gli operatori dell’arte…
Lo spettacolo della cancellazione. (Un)pinning the butterfly
SCHOOL AS EXHIBITION. Il caso Manifesta 6 Scuòla è il termine che originariamente indicava “un uso libero e piacevole delle proprie forze, soprattutto spirituali, indipendentemente da ogni bisogno o scopo pratico, e solo più tardi luogo dove si attende allo studio”[i]. Una scelta individuale, che non…
Yeah, I’m a human. And that is why I’m clearly anthropocentric. Intervista a Steve Kurtz/Critical Art Ensemble
di Marco Antelmi La vita degli uomini e di molte altre specie è accomunata dalla medesima condizione di precarietà ecologica, provocata dalla deliberata bancarotta etica del neoliberismo. Non soltanto il capitale cerca di evitare qualsiasi relazione con le questioni inerenti alla riproduzione del sociale,…
Are We Not Peasants Too? Ecofemminismo alla Second Yinchuan Biennale
«Per costruire un’alternativa al capitalismo dobbiamo “reincantare il mondo”, re-immaginare saperi e potenzialità umane distrutti dalla razionalizzazione del lavoro, questo non in vista di un impossibile ritorno al passato ma come il ponte verso una società dove i rapporti con gli altri e la natura…
Di fronte a tanto nulla, lui o lei sente ancora qualcosa, e di solito è un sentimento di insoddisfazione*
di Giulia Carletti Quattro contraddizioni della “Siegelaub’s Mafia” o la rivoluzione senza trasformazione della Conceptual Art «In un momento come l’attuale di corsa feticistica verso l’oggetto e verso l’acquisto forsennato di “merci” economicamente pregiate, l’arte concettuale ha indubbiamente avuto un effetto di fustigatrice del…
Down with Love: critica femminista e nuove ideologie del lavoro
da Manastabalblog Nell’epoca post-fordista, in quale misura l’amore continua ad allineare le nostre vite agli imperativi della produzione e della riproduzione sociale? Attingendo alla critica dell’amore elaborata dal femminismo radicale e dal movimento del salario contro il lavoro domestico negli anni Settanta, Kathi Weeks…