« Il breve comunicato stampa che segue descrive l’ultima serie di aggressioni razziste ai danni di curatori e artisti di documenta fifteen. Ho scelto di non riprodurre le immagini, perché mi fanno venire il voltastomaco (contengono messaggi islamofobici e criptiche minacce di morte). È importante che i visitatori internazionali di documenta fifteen capiscano cosa è successo (e sta ancora succedendo). Con l’eccezione di un numero relativamente piccolo di voci, la stampa tedesca e la maggior parte dei tedeschi sono felici di tollerare e tacitamente sostenere questo genere di cose, perché assecondare il regime israeliano è considerato una buona politica qui, indipendentemente dal tipo di azioni razziste e odiose che accompagnano tale assecondamento. Vi ho già detto che gli ebrei/israeliani dovrebbero cadere in ginocchio per la gratitudine in risposta all’islamofobia e al razzismo anti-palestinese nella Germania del dopo-olocausto, a patto che venga inquadrato come filosemitismo? Sì, questo è il modo in cui alcuni tedeschi – troppi – esprimono il loro senso di colpa per l’Olocausto. Ecco il comunicato stampa. Sentitevi liberi di condividere».
testo di Candice Breitz e traduzione di Francesca Della Ventura; segnalazione di Carola Spadoni.
Antisemitism accusations against documenta: A scandal about a rumor è il testo di ruangrupa pubblicato su e-flux in risposta alle accuse di antisemitismo, in cui il collettivo indonesiano ha preso le distanze “contro ogni antisemitismo, razzismo, estremismo di destra, fondamentalismo religioso violento e contro ogni forma di discriminazione”. Le accuse, ha precisato ruangrupa, erano “tentativi in malafede di delegittimare gli artisti e censurarli preventivamente sulla base della loro eredità etnica e presunte posizioni politiche”.
L’immagine di miniatura è di Dan Perjovschi, Anti War Drawings, 2022, 3 banners, Photo: Nicolas Wefers.
COMUNICATO STAMPA:
Dopo mesi di incitamento razzista da parte dei media, lo spazio espositivo del collettivo di artisti palestinesi The Question of Funding alla documenta fifteen di Kassel è stato vandalizzato con graffiti – con i nomi di un politico fascista e i numeri 187 che alludono a un codice di polizia per l’omicidio, spruzzati sui muri.
Nelle prime ore del 28 maggio, lo spazio espositivo del collettivo palestinese The Question of Funding a documenta fifteen è stato vandalizzato a Kassel da ignoti assalitori. L’irruzione e la vandalizzazione sembrano essere mirate contro il collettivo palestinese, poiché hanno colpito i piani non consecutivi in cui espongono e nessuno degli altri piani o delle opere. I codici “187” e “Peralta” sono stati spruzzati su decine di superfici e le pareti della mostra sono state ricoperte da un estintore. 187 è un codice usato negli Stati Uniti come minaccia di morte, in quanto si riferisce a un “reato capitale” nel codice della California. Peralta potrebbe alludere al nome del politico fascista spagnolo Isabelle Peralta.
Si tratta della sesta irruzione e del sesto atto di vandalismo contro la quindicesima edizione di documenta solo questa settimana. Un altro edificio a Kassel, utilizzato come abitazione e spazio di lavoro, è stato violato cinque volte negli ultimi dieci giorni.
Al momento in cui scriviamo, la polizia non è ancora intervenuta per
valutare la scena del crimine. Gli artisti sono molto preoccupati per la loro
sicurezza in questo ambiente, data la storia recente sia a Kassel che nello
Stato dell’Assia di razzismo omicida ed estremismo organizzato di estrema
destra.
TheQuestion of Funding e i suoi membri sono stati oggetto di una campagna durata mesi da parte degli attivisti locali di un gruppo scissionista del “movimento antideutsche” di Kassel. Le loro accuse infondate sono state riprese dalle principali pubblicazioni tedesche, creando un’atmosfera ostile e potenzialmente violenta per gli artisti.
Ad aprile, la facciata della ruruhaus di Kassel – la sede principale del collettivo indonesiano ruangrupa che cura documenta fifteen – è stata deturpata da adesivi razzisti anti-musulmani che recitano “Libertà invece di Islam! Nessun compromesso con la barbarie! Combattere l’Islam con determinazione!” e “Solidarietà con Israele”, indicando con forza che si tratta di un’azione della scena islamofobica anti-Deutsche.
“Documenta e la città di Kassel devono assumersi la responsabilità della
sicurezza dei loro ospiti con piani d’azione concreti non solo per proteggere
le opere d’arte ma anche gli individui, fisicamente e psicologicamente”, ha
dichiarato un artista partecipante.
« Il breve comunicato stampa che segue descrive l’ultima serie di aggressioni razziste ai danni di curatori e artisti di documenta fifteen. Ho scelto di non riprodurre le immagini, perché mi fanno venire il voltastomaco (contengono messaggi islamofobici e criptiche minacce di morte). È importante che i visitatori internazionali di documenta fifteen capiscano cosa è successo (e sta ancora succedendo). Con l’eccezione di un numero relativamente piccolo di voci, la stampa tedesca e la maggior parte dei tedeschi sono felici di tollerare e tacitamente sostenere questo genere di cose, perché assecondare il regime israeliano è considerato una buona politica qui, indipendentemente dal tipo di azioni razziste e odiose che accompagnano tale assecondamento. Vi ho già detto che gli ebrei/israeliani dovrebbero cadere in ginocchio per la gratitudine in risposta all’islamofobia e al razzismo anti-palestinese nella Germania del dopo-olocausto, a patto che venga inquadrato come filosemitismo? Sì, questo è il modo in cui alcuni tedeschi – troppi – esprimono il loro senso di colpa per l’Olocausto. Ecco il comunicato stampa. Sentitevi liberi di condividere».
testo di Candice Breitz e traduzione di Francesca Della Ventura; segnalazione di Carola Spadoni.
Antisemitism accusations against documenta: A scandal about a rumor è il testo di ruangrupa pubblicato su e-flux in risposta alle accuse di antisemitismo, in cui il collettivo indonesiano ha preso le distanze “contro ogni antisemitismo, razzismo, estremismo di destra, fondamentalismo religioso violento e contro ogni forma di discriminazione”. Le accuse, ha precisato ruangrupa, erano “tentativi in malafede di delegittimare gli artisti e censurarli preventivamente sulla base della loro eredità etnica e presunte posizioni politiche”.
L’immagine di miniatura è di Dan Perjovschi, Anti War Drawings, 2022, 3 banners, Photo: Nicolas Wefers.
COMUNICATO STAMPA:
Dopo mesi di incitamento razzista da parte dei media, lo spazio espositivo del collettivo di artisti palestinesi The Question of Funding alla documenta fifteen di Kassel è stato vandalizzato con graffiti – con i nomi di un politico fascista e i numeri 187 che alludono a un codice di polizia per l’omicidio, spruzzati sui muri.
Nelle prime ore del 28 maggio, lo spazio espositivo del collettivo palestinese The Question of Funding a documenta fifteen è stato vandalizzato a Kassel da ignoti assalitori. L’irruzione e la vandalizzazione sembrano essere mirate contro il collettivo palestinese, poiché hanno colpito i piani non consecutivi in cui espongono e nessuno degli altri piani o delle opere. I codici “187” e “Peralta” sono stati spruzzati su decine di superfici e le pareti della mostra sono state ricoperte da un estintore. 187 è un codice usato negli Stati Uniti come minaccia di morte, in quanto si riferisce a un “reato capitale” nel codice della California. Peralta potrebbe alludere al nome del politico fascista spagnolo Isabelle Peralta.
Si tratta della sesta irruzione e del sesto atto di vandalismo contro la quindicesima edizione di documenta solo questa settimana. Un altro edificio a Kassel, utilizzato come abitazione e spazio di lavoro, è stato violato cinque volte negli ultimi dieci giorni.
Al momento in cui scriviamo, la polizia non è ancora intervenuta per valutare la scena del crimine. Gli artisti sono molto preoccupati per la loro sicurezza in questo ambiente, data la storia recente sia a Kassel che nello Stato dell’Assia di razzismo omicida ed estremismo organizzato di estrema destra.
The Question of Funding e i suoi membri sono stati oggetto di una campagna durata mesi da parte degli attivisti locali di un gruppo scissionista del “movimento antideutsche” di Kassel. Le loro accuse infondate sono state riprese dalle principali pubblicazioni tedesche, creando un’atmosfera ostile e potenzialmente violenta per gli artisti.
Ad aprile, la facciata della ruruhaus di Kassel – la sede principale del collettivo indonesiano ruangrupa che cura documenta fifteen – è stata deturpata da adesivi razzisti anti-musulmani che recitano “Libertà invece di Islam! Nessun compromesso con la barbarie! Combattere l’Islam con determinazione!” e “Solidarietà con Israele”, indicando con forza che si tratta di un’azione della scena islamofobica anti-Deutsche.
“Documenta e la città di Kassel devono assumersi la responsabilità della sicurezza dei loro ospiti con piani d’azione concreti non solo per proteggere le opere d’arte ma anche gli individui, fisicamente e psicologicamente”, ha dichiarato un artista partecipante.