“Ho visto l’attore cinese Mei Lanfang e la sua compagnia esibirsi. Ha recitato la parte di una giovane donna ed è stato incredibile”. Così scrisse Bertolt Brecht in una lettera a Helene Weigel alla fine di marzo del 1935, dopo aver visto Mei Lanfang recitare sul palco a Mosca. Questa storica occasione ha portato Brecht a scoprire che Mei Lanfang rivelava simultaneamente due personaggi sulla scena: “Uno sta performando e l’altro è performato” (One is performing, and the other is performed). Il “performer” è l’attore sul palco, e il “performed” è il personaggio che questo attore interpreta.
Scena di Rainbow Pass, Mei Lanfang e Eisenstein, courtesy Mei Lanfang Museum.
L’“esibizione” di Mei Lanfang era permeata dal talento creativo dell’eleganza orientale, capace di suscitare una consapevolezza dell’ambiente spoglio dello spazio artistico (N.d.R. la scenografia è quasi del tutto assente con pochi oggetti simbolici), concentrandosi sulla figura dell’attore – sé stesso – in modo che il pubblico potesse sperimentare la sensazione e il ritmo della canzone e della danza.
Al tempo stesso, un fascino “profondamente nascosto” trascinava l’attore dentro al personaggio che stava impersonando, trasformandolo in una miriade di personaggi che apparivano sul palco. L’attore e il personaggio interagivano come un reciproco “altro”, in grado di unirsi con l’uno, o dividersi dall’altro. Brecht è stato in grado di esperire questa “alienazione” nella presenza sul palco di Mei Lanfang, in questa esecuzione di un dramma non-aristotelico.
Mei Lanfang in scena.
Mei Lanfang era dotato di una bellezza naturale, alla prima recitazione nella parte di qingyi (ruolo di giovane donna connotata da un abito ciano, principalmente con un carattere solenne), seguivano le abili interpretazioni di daomadan (giovane guerriera) e huadan (ruolo di giovane donna in vistosi costumi, vivace e eloquente), riunendo così i due caratteri in uno. Ha ideato la performance di huashan (combinando lo stile di qingyi e huadan) come una stimata esecuzione professionale, cambiando la tradizione operistica cinese incentrata sulla laosheng (il principale ruolo maschile segnato da una lunga barba nera) dove per la prima volta il dan (giovane ruolo femminile – N.d.R. cui si era specializzato l’attore, generalmente interpretato da uomini abili nel canto in falsetto, nelle acrobazie e nei combattimenti) era un personaggio d’élite.
La performance vocale di Mei Lanfang, ereditata da Shi Xiaofu (noto come il miglior qingyi al mondo), articolava ogni singola parola, e non una sola sillaba era intonata senza cura. I movimenti e il portamento erano flessuosi, e i toni tutti soavi. Spesso quando veniva cantata la fine di una battuta, si curvava e si piegava di conseguenza, il suo tono persisteva, come un drago che gioca. La sua voce acuta sembrava discendere da un ripido precipizio, anche le parti più vulnerabili apparivano forti.
Mei Lanfang e Meyerhold, courtesy Mei Lanfang Museum.
Era abile nella Kun Opera (una delle più antiche Scuole d‘Opera in Cina), oscillante tra il forte e il gentile, la sinuosità e la tessitura con raffinata eleganza. Il personaggio teatrale di Mei Lanfang combinava la delicatezza con il fascino, la grazia e la nobiltà, ed era incontaminato come un fiore di pruno, un fiore bianco dall’odore connaturato mentre il suo fiore rosso chiaro restava sepolto sotto la neve, unico e incomparabile.
Quando era sul palcoscenico, le idee e la postura offrivano un significato e uno spirito onnicomprensivi. Era abile ed esperto, capace di impersonare Daiyu (eroina del Dream of the Red Chamber) portando fiori funebri, deboli e delicati come questi possono essere. Quando interpretava Dongfangshi di Hongni Pass, poteva apparire estremamente eroico. Nella nuova Fairy Maiden Scatter Flowers diventare sfrontato e pieno di fascino femminile.
Deng Shi Hua, disegnato da Alexander Rodchenko.
In opere come Mulberry Park Meeting e Warrior Family Hill, poteva essere percepito come sofisticato ed erudito. Mei Lanfang ha reso un grande omaggio alla tradizione, ma è stato un esperto nell’innovazione. I gesti e le espressioni, la postura e l’andatura, l’espressione del volto e la sonorità, sono i mezzi con cui ha dato vita a ruoli femminili diversificati. Ha investito la propria anima, rimanendo fedele all’arte, emulando lo stile e il ritmo del popolo cinese. Nell’interazione tra la cultura orientale e occidentale, Mei Lanfang ha creato una scuola di performance tutta sua.
Il testo Performing Art by Mei Lanfang di Liu Zhen, direttore del Mei Lanfang Memorial Hall, è tratto dal catalogo The Szechwan Tale. Theatre and History, della prima Biennale di Anren, 2017.
La notte dell’esibizione di Mei Lanfang in Russia, courtesy Mei Lanfang Museum.
“Ho visto l’attore cinese Mei Lanfang e la sua compagnia esibirsi. Ha recitato la parte di una giovane donna ed è stato incredibile”. Così scrisse Bertolt Brecht in una lettera a Helene Weigel alla fine di marzo del 1935, dopo aver visto Mei Lanfang recitare sul palco a Mosca. Questa storica occasione ha portato Brecht a scoprire che Mei Lanfang rivelava simultaneamente due personaggi sulla scena: “Uno sta performando e l’altro è performato” (One is performing, and the other is performed). Il “performer” è l’attore sul palco, e il “performed” è il personaggio che questo attore interpreta.
Scena di Rainbow Pass, Mei Lanfang e Eisenstein, courtesy Mei Lanfang Museum.
L’“esibizione” di Mei Lanfang era permeata dal talento creativo dell’eleganza orientale, capace di suscitare una consapevolezza dell’ambiente spoglio dello spazio artistico (N.d.R. la scenografia è quasi del tutto assente con pochi oggetti simbolici), concentrandosi sulla figura dell’attore – sé stesso – in modo che il pubblico potesse sperimentare la sensazione e il ritmo della canzone e della danza.
Al tempo stesso, un fascino “profondamente nascosto” trascinava l’attore dentro al personaggio che stava impersonando, trasformandolo in una miriade di personaggi che apparivano sul palco. L’attore e il personaggio interagivano come un reciproco “altro”, in grado di unirsi con l’uno, o dividersi dall’altro. Brecht è stato in grado di esperire questa “alienazione” nella presenza sul palco di Mei Lanfang, in questa esecuzione di un dramma non-aristotelico.
Mei Lanfang in scena.
Mei Lanfang era dotato di una bellezza naturale, alla prima recitazione nella parte di qingyi (ruolo di giovane donna connotata da un abito ciano, principalmente con un carattere solenne), seguivano le abili interpretazioni di daomadan (giovane guerriera) e huadan (ruolo di giovane donna in vistosi costumi, vivace e eloquente), riunendo così i due caratteri in uno. Ha ideato la performance di huashan (combinando lo stile di qingyi e huadan) come una stimata esecuzione professionale, cambiando la tradizione operistica cinese incentrata sulla laosheng (il principale ruolo maschile segnato da una lunga barba nera) dove per la prima volta il dan (giovane ruolo femminile – N.d.R. cui si era specializzato l’attore, generalmente interpretato da uomini abili nel canto in falsetto, nelle acrobazie e nei combattimenti) era un personaggio d’élite.
La performance vocale di Mei Lanfang, ereditata da Shi Xiaofu (noto come il miglior qingyi al mondo), articolava ogni singola parola, e non una sola sillaba era intonata senza cura. I movimenti e il portamento erano flessuosi, e i toni tutti soavi. Spesso quando veniva cantata la fine di una battuta, si curvava e si piegava di conseguenza, il suo tono persisteva, come un drago che gioca. La sua voce acuta sembrava discendere da un ripido precipizio, anche le parti più vulnerabili apparivano forti.
Mei Lanfang e Meyerhold, courtesy Mei Lanfang Museum.
Era abile nella Kun Opera (una delle più antiche Scuole d‘Opera in Cina), oscillante tra il forte e il gentile, la sinuosità e la tessitura con raffinata eleganza. Il personaggio teatrale di Mei Lanfang combinava la delicatezza con il fascino, la grazia e la nobiltà, ed era incontaminato come un fiore di pruno, un fiore bianco dall’odore connaturato mentre il suo fiore rosso chiaro restava sepolto sotto la neve, unico e incomparabile.
Quando era sul palcoscenico, le idee e la postura offrivano un significato e uno spirito onnicomprensivi. Era abile ed esperto, capace di impersonare Daiyu (eroina del Dream of the Red Chamber) portando fiori funebri, deboli e delicati come questi possono essere. Quando interpretava Dongfangshi di Hongni Pass, poteva apparire estremamente eroico. Nella nuova Fairy Maiden Scatter Flowers diventare sfrontato e pieno di fascino femminile.
Deng Shi Hua, disegnato da Alexander Rodchenko.
In opere come Mulberry Park Meeting e Warrior Family Hill, poteva essere percepito come sofisticato ed erudito. Mei Lanfang ha reso un grande omaggio alla tradizione, ma è stato un esperto nell’innovazione. I gesti e le espressioni, la postura e l’andatura, l’espressione del volto e la sonorità, sono i mezzi con cui ha dato vita a ruoli femminili diversificati. Ha investito la propria anima, rimanendo fedele all’arte, emulando lo stile e il ritmo del popolo cinese. Nell’interazione tra la cultura orientale e occidentale, Mei Lanfang ha creato una scuola di performance tutta sua.
Il testo Performing Art by Mei Lanfang di Liu Zhen, direttore del Mei Lanfang Memorial Hall, è tratto dal catalogo The Szechwan Tale. Theatre and History, della prima Biennale di Anren, 2017.
La notte dell’esibizione di Mei Lanfang in Russia, courtesy Mei Lanfang Museum.