Il compito di raffigurare la lotta di classe nel complesso scultoreo denominato Rent Collection Courtyard potrebbe essere assegnato con sicurezza agli scultori locali del Sichuan. La sequenza dei tableaux vivant assemblati nella Rent Collection Courtyard non è mai stata attribuita ad artisti specifici per identità o nome, in conformità con la pratica del tempo di negare l’idea della fama individuale, ma oggi possiamo elencare i loro nomi: Zhao Shutong e Wang Guanyi del Dipartimento di Scultura e i loro studenti Li Shaorui, Long Xuli, Liao Dehu, Zhang Shaoxi e Fan Degao; i partecipanti al di fuori dell’Accademia includevano Li Qisheng, Zhang Fulun, Ren Yibo, Tang Shun’an e l’artista popolare Jiang Quangui; presero parte alle fasi successive del lavoro Wu Mingwan e Long Dehui del Dipartimento di Scultura, oltre ai loro studenti Long Taicheng, Huang Shoujiang, Li Meishu, Mahetuge (nazionalità Yi) e Luojia Zeren (tibetano).
The Rent Collection Courtyard, 1965 Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts.
Nel giugno del 1965, il comitato provinciale del Partito affidò all’Accademia delle Belle Arti del Sichuan il compito di realizzare il gruppo plastico di argilla della Rent Collection Courtyard in una sala espositiva creata all’interno della villa padronale del feudatario rurale della contea di Dayi e qui gli insegnanti e gli studenti intrapresero la loro scultorea “lotta di classe”. L’opera statuaria composta da oltre 100 figure realizzate in argilla a grandezza naturale richiese solo quattro mesi per essere completata, e in seguito fu sistemata nell’ex-complesso residenziale a Dayi di Liu Wencai, il proprietario terriero del Sichuan e fratello del capo militare Liu Wenhui. [N.d.R. durante la Rivoluzione Culturale Liu Wencai, emblema controverso della società feudale prima di Mao, è stato proposto dalla propaganda del partito comunista negli anni ‘50 come l’archetipo dello sfruttatore dei contadini].
La creazione delle figure nella Rent Collection Courtyard era, secondo una dichiarazione ufficiale, il reenactment (la ricostruzione) di una storia che si era effettivamente svolta in quel cortile prima del 1949. Miserabili contadini, uomini e donne, vecchi e giovani, pagavano le loro tasse annuali al feudatario, dopo di che restarono senza niente. Usando falsi pesi, il padrone li lasciò così indigenti e bisognosi (in modo che vivessero in uno stato di debito permanente) che alcuni furono costretti a venderei propri figli. Si dice che altri furono imprigionati in un sotterraneo pieno d’acqua, anche se non ci sono prove che una simile prigione sia mai esistita. Altri addirittura morirono di fame. Nella scena finale dell’opera del 1965, i contadini con i pali sulle spalle si sollevano e insorgono per resistere al proprietario. Dopo lo scoppio della Rivoluzione Culturale questa storia sarebbe stata trasformata in linea con i modelli istituiti per le opere d’opera rivoluzionarie promosse da Jiang Qing. Nella modifica, che nel 1968 subì il complesso monumentale per queste direttive, la narrazione solenne si concluse con i contadini che ostentavano slogan politici e citazioni del presidente Mao. La Rent Collection Courtyard era considerata un “diorama della società”, che rifletteva direttamente le condizioni sociali e la lotta di classe nella campagna cinese prima del 1949. Gli scultori speravano di “mostrare la crudeltà, così come la debolezza della classe dei proprietari terrieri; rivelare la miseria e la povertà dei contadini oppressi, così come il loro spirito di ribellione; rappresentare la terribile realtà locale del tempo, oltre ad auspicare un futuro radioso”. Non volevano che il pubblico versasse lacrime di simpatia per la sofferenza dei contadini nel passato, ma piuttosto desideravano suscitare il disprezzo nel pubblico per la vecchia società e l’amore per la nuova società.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.
“Questo è stato lo scopo esplicito dietro la creazione della Rent Collection Courtyard, la “Corte per la riscossione della mezzadria”, le cui tecniche e caratteristiche artistiche erano considerate la sua forma narrativa, l’uso di metodi locali per modellare le immagini del Bodhisattva applicando argilla mescolata a paglia come base, e con l’inserimento di sfere di vetro nere nelle cavità oculari delle figure in modo che gli occhi sembrassero riflettere ciò che ‘vedono’.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.
Il testo di Lu Peng è tratto dal catalogo The Szechwan Tale. Theatre and History, della prima Biennale di Anren, 2017. Lu Peng è il più autorevole storico dell’arte contemporanea in Cina, curatore della prima Biennale d’arte in Cina nel 1992. Direttore artistico della Biennale di Anren, ha pubblicato, tra gli altri testi, History of Art in 20th Century China (Charta, 2010) e Fragmented Reality. Contemporary Art in 21st-Century China (Charta, 2012).
Nel 1999 l’artista cinese Cai Guo-Qiang, invitato da Harald Szeemann alla 48a Biennale di Venezia ha riproposto la Rent Collection Courtyard. Attualmente l’opera originale, esposta in permanenza nella città di Anren, nel Sichuan, commissionata dal governo cinese durante la Rivoluzione Culturale per dimostrare l’oppressione della classe contadina e la miseria prima dell’avvento del comunismo – e per quanto i tempi fossero difficili, nulla se confrontati con la terribile realtà feudale – costituisce, con le sue 114 sculture/attori a grandezza naturale, che mettono in scena il passaggio dei contadini dallo stato di sottomissione a quello di resistenza e insurrezione, una delle opere monumentali incluse in The Szechwan Tale: Theatre and History.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.
Il compito di raffigurare la lotta di classe nel complesso scultoreo denominato Rent Collection Courtyard potrebbe essere assegnato con sicurezza agli scultori locali del Sichuan. La sequenza dei tableaux vivant assemblati nella Rent Collection Courtyard non è mai stata attribuita ad artisti specifici per identità o nome, in conformità con la pratica del tempo di negare l’idea della fama individuale, ma oggi possiamo elencare i loro nomi: Zhao Shutong e Wang Guanyi del Dipartimento di Scultura e i loro studenti Li Shaorui, Long Xuli, Liao Dehu, Zhang Shaoxi e Fan Degao; i partecipanti al di fuori dell’Accademia includevano Li Qisheng, Zhang Fulun, Ren Yibo, Tang Shun’an e l’artista popolare Jiang Quangui; presero parte alle fasi successive del lavoro Wu Mingwan e Long Dehui del Dipartimento di Scultura, oltre ai loro studenti Long Taicheng, Huang Shoujiang, Li Meishu, Mahetuge (nazionalità Yi) e Luojia Zeren (tibetano).
The Rent Collection Courtyard, 1965 Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts.
Nel giugno del 1965, il comitato provinciale del Partito affidò all’Accademia delle Belle Arti del Sichuan il compito di realizzare il gruppo plastico di argilla della Rent Collection Courtyard in una sala espositiva creata all’interno della villa padronale del feudatario rurale della contea di Dayi e qui gli insegnanti e gli studenti intrapresero la loro scultorea “lotta di classe”. L’opera statuaria composta da oltre 100 figure realizzate in argilla a grandezza naturale richiese solo quattro mesi per essere completata, e in seguito fu sistemata nell’ex-complesso residenziale a Dayi di Liu Wencai, il proprietario terriero del Sichuan e fratello del capo militare Liu Wenhui. [N.d.R. durante la Rivoluzione Culturale Liu Wencai, emblema controverso della società feudale prima di Mao, è stato proposto dalla propaganda del partito comunista negli anni ‘50 come l’archetipo dello sfruttatore dei contadini].
La creazione delle figure nella Rent Collection Courtyard era, secondo una dichiarazione ufficiale, il reenactment (la ricostruzione) di una storia che si era effettivamente svolta in quel cortile prima del 1949. Miserabili contadini, uomini e donne, vecchi e giovani, pagavano le loro tasse annuali al feudatario, dopo di che restarono senza niente. Usando falsi pesi, il padrone li lasciò così indigenti e bisognosi (in modo che vivessero in uno stato di debito permanente) che alcuni furono costretti a venderei propri figli. Si dice che altri furono imprigionati in un sotterraneo pieno d’acqua, anche se non ci sono prove che una simile prigione sia mai esistita. Altri addirittura morirono di fame. Nella scena finale dell’opera del 1965, i contadini con i pali sulle spalle si sollevano e insorgono per resistere al proprietario. Dopo lo scoppio della Rivoluzione Culturale questa storia sarebbe stata trasformata in linea con i modelli istituiti per le opere d’opera rivoluzionarie promosse da Jiang Qing. Nella modifica, che nel 1968 subì il complesso monumentale per queste direttive, la narrazione solenne si concluse con i contadini che ostentavano slogan politici e citazioni del presidente Mao. La Rent Collection Courtyard era considerata un “diorama della società”, che rifletteva direttamente le condizioni sociali e la lotta di classe nella campagna cinese prima del 1949. Gli scultori speravano di “mostrare la crudeltà, così come la debolezza della classe dei proprietari terrieri; rivelare la miseria e la povertà dei contadini oppressi, così come il loro spirito di ribellione; rappresentare la terribile realtà locale del tempo, oltre ad auspicare un futuro radioso”. Non volevano che il pubblico versasse lacrime di simpatia per la sofferenza dei contadini nel passato, ma piuttosto desideravano suscitare il disprezzo nel pubblico per la vecchia società e l’amore per la nuova società.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.
“Questo è stato lo scopo esplicito dietro la creazione della Rent Collection Courtyard, la “Corte per la riscossione della mezzadria”, le cui tecniche e caratteristiche artistiche erano considerate la sua forma narrativa, l’uso di metodi locali per modellare le immagini del Bodhisattva applicando argilla mescolata a paglia come base, e con l’inserimento di sfere di vetro nere nelle cavità oculari delle figure in modo che gli occhi sembrassero riflettere ciò che ‘vedono’.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.
Il testo di Lu Peng è tratto dal catalogo The Szechwan Tale. Theatre and History, della prima Biennale di Anren, 2017. Lu Peng è il più autorevole storico dell’arte contemporanea in Cina, curatore della prima Biennale d’arte in Cina nel 1992. Direttore artistico della Biennale di Anren, ha pubblicato, tra gli altri testi, History of Art in 20th Century China (Charta, 2010) e Fragmented Reality. Contemporary Art in 21st-Century China (Charta, 2012).
Nel 1999 l’artista cinese Cai Guo-Qiang, invitato da Harald Szeemann alla 48a Biennale di Venezia ha riproposto la Rent Collection Courtyard. Attualmente l’opera originale, esposta in permanenza nella città di Anren, nel Sichuan, commissionata dal governo cinese durante la Rivoluzione Culturale per dimostrare l’oppressione della classe contadina e la miseria prima dell’avvento del comunismo – e per quanto i tempi fossero difficili, nulla se confrontati con la terribile realtà feudale – costituisce, con le sue 114 sculture/attori a grandezza naturale, che mettono in scena il passaggio dei contadini dallo stato di sottomissione a quello di resistenza e insurrezione, una delle opere monumentali incluse in The Szechwan Tale: Theatre and History.
The Rent Collection Courtyard, Zhao Shutong, Wang Guanyi and the Sichuan Academy of Fine Arts, 1965.